Onorevoli Colleghi! - In questi anni, sia per effetto del patto di stabilità a livello comunitario sia per la ricaduta delle politiche economiche nazionali, i trasferimenti dello Stato alle autonomie locali hanno subìto rilevanti contrazioni. Per i comuni è diventato sempre più difficile garantire ai cittadini i livelli necessari di manutenzioni ordinarie e di opere pubbliche, i servizi essenziali e le politiche sociali in grado di salvaguardare le condizioni di vita per molte famiglie. In tale contesto si è potuto verificare, sulla base della concreta esperienza, che in molte realtà urbane medie e medio-piccole il carattere obbligatorio della costituzione delle circoscrizioni di decentramento, fissato dal vigente testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, a partire da 100.000 abitanti, porta a una pura moltiplicazione burocratica e a una dispersione di risorse non bilanciata da un'effettiva partecipazione democratica.
      Di conseguenza, anche seguendo i più recenti orientamenti normativi che, a cominciare dalla riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, intendono valorizzare maggiormente l'autonomia e la sussidiarietà, appare opportuno rendere più flessibile il sistema, rendendo facoltative le circoscrizioni per i comuni compresi fra 30.000 e 200.000 abitanti. In tale modo questi comuni, nei quali la sofferenza per il rigido vincolo normativo è maggiore, sarebbero liberi di scegliere sulla costituzione delle circoscrizioni, valutando caso per caso i pro e i contro.

 

Pag. 2